La combinazione delle nuove tecnologie come mobilità, big data, cloud, strumenti di collaborazione e internet delle cose, sta determinando radicali cambiamenti nel mondo delle aziende con conseguenze importanti per il ruolo esercitato dal dipartimento ICT.
Se da un lato l’evoluzione dei sistemi informativi aziendali porterà molto probabilmente a una riduzione in termini di risorse impiegate, soprattutto grazie all’utilizzo di applicazioni cloud e all’esternalizzazione del lavoro più operativo, il ruolo della Direzione ICT è destinato a diventare ancora più strategico e vicino al business nella gestione dell’innovazione. Tutto ciò in un contesto generale in cui l’orientamento per servizi (SOA) renderà più semplice l’intercambiabilità delle infrastrutture tecnologiche e l’obiettivo sostanziale sarà proprio quello di allineare i servizi applicativi alla strategia aziendale mediante un continuo ciclo di azione-reazione tra i processi operativi e l’innovazione tecnologica.
Anche in Italia le aziende hanno maturato forti esperienze nella riprogettazione dei processi aziendali, trasformando organizzazioni di tipo esclusivamente funzionale in organizzazioni più orientate ai processi. Questa trasformazione, correlata a quella tecnologica, sta portando sempre più frequentemente le funzioni di business ad acquisire direttamente sul mercato soluzioni informatiche in cloud e a riorganizzare in modo indipendente i propri processi, coinvolgendo il dipartimento ICT esclusivamente per le integrazioni tra i sistemi.
Tale tendenza richiede una maggiore attenzione alla gestione armonica e integrata delle architetture aziendali ed evidenzia una necessità di evoluzione da parte dei dipartimenti ICT, di fatto sempre meno impegnati nella gestione ordinaria.
Per dirlo con le parole di un CIO nostro cliente
Ora che non sono più impegnato ad accendere le luci e a rincorrere i problemi, posso dedicarmi finalmente al miglioramento dei processi di business.
Quello che emerge è, dunque, un ruolo dell'ICT più consulenziale che utilizza l’innovazione tecnologica a supporto del miglioramento dei processi di business in un’ottica di ottimizzazione delle risorse aziendali. È proprio in questo contesto che l’Enterprise Architecture si rivela come disciplina strategica per la gestione della complessità delle architetture aziendali e della loro trasformazione continua.
L’Enterprise Architecture (EA) non è altro che l’insieme di principi, metodi, modelli utilizzati per progettare e realizzare le architetture aziendali mediante un approccio olistico che considera sia gli aspetti di business che quelli tecnologici.
Ma non è quello che i dipartimenti ICT già fanno?
Ci sono diversi fattori che evidenziano la differenza tra l’approccio dell’Enterprise Architecture e quello classico: la modellazione d’azienda, gli strumenti di disegno delle architetture e il processo di governance.
Il primo aspetto riguarda la modellazione esplicita dell’architettura mediante diagrammi che utilizzano un linguaggio simbolico che vuole essere comune a tutta l’azienda. L’architettura aziendale considerata come unica e integrata, viene scomposta in domini specifici.
La BUSINESS ARCHITECTURE è considerata il punto di partenza per determinare e definire le architetture IT e comprende le strategie di business, l’organizzazione e i processi. Senza le architetture di business le iniziative di EA sono solo "IT Architecture," e falliscono nell’obiettivo di fornire e poi dimostrare il valore aggiunto al business.
L'APPLICATION ARCHITECTURE si concentra nella rappresentazione delle applicazioni a supporto del business e include il portafoglio dei servizi applicativi, i loro componenti e le loro interrelazioni.
La TECHNOLOGY ARCHITECTURE descrive l’infrastruttura e include il portafoglio dei servizi infrastrutturali, i componenti tecnologici, inclusi server, reti, middleware, non-application software e strumenti a supporto degli utenti.
Nella pratica corrente le descrizioni, quando presenti, sono di natura eterogenea per ciascun dominio aziendale. Diversi campi parlano le loro lingue, utilizzano tecniche e strumenti propri. La comunicazione tra gli attori dei diversi domini è difficoltosa e il processo decisionale ne risulta seriamente compromesso. L'adozione di un linguaggio unico e la documentazione grafica delle architetture facilitano invece la condivisione e la comprensione delle architetture stesse.
La modellazione prevede una collezione di rappresentazioni semplificate dell'organizzazione, considerando diversi punti di vista e le esigenze dei soggetti interessati. Tali rappresentazioni rendono chiare le relazioni tra processi, organizzazione, servizi applicativi e infrastrutture tecnologiche in modo da fornire tutte le informazioni essenziali nei cambiamenti lungo tutti i domini architetturali.
Un secondo aspetto è legato all’utilizzo di tool specifici che facilitano il disegno delle architetture e archiviano le informazioni in un database visuale. Questi tool gestiscono tutte le informazioni architetturali in un repository unico e abilitano il riutilizzo degli elementi, come le anagrafiche delle strutture organizzative o il portafoglio degli applicativi. L’analisi della situazione attuale in cui si trovano le architetture diviene automatica e immediata. Ad esempio è possibile valutare istantaneamente l’impatto di un cambiamento infrastrutturale, evidenziando gli applicativi impattati, i processi e gli attori coinvolti. Normalmente il repository comprende sia la situazione attuale (AS IS) sia quella in divenire (TO BE), gestendo in modo chiaro lo stato degli elementi che lo compongono. In questo modo si vanno stratificando le diverse versioni, ed è sempre possibile recuperare una situazione passata (AS WAS). Oltre alle architetture reali, il repository normalmente contiene le librerie di riferimento e quelle target, ovvero la visione futura. E proprio su quest’ultima si concentra l’attenzione degli Enterprise Architect, il cui obiettivo non è dunque quello di sostituirsi alla gestione dei progetti IT, quanto piuttosto quello di guidare tali progetti su una linea comune di miglioramento, passo dopo passo verso delle architetture target.
Non esistono progetti IT ma solo progetti di business
L’aspetto più importante, ma anche quello più critico, che differenzia l’EA, è il processo di governance. L’utilizzo di modelli grafici e di metodologie comuni per la gestione del cambiamento verso dei Target definiti a livello Enterprise, non può che prevedere un processo ben strutturato. Tutti ne sono di fatto coinvolti, utenti, architetti, Risk Owner e Business Analyst. Tutti questi soggetti infatti usufruiscono delle informazioni dell’EA, ma allo stesso tempo contribuiscono alla sua evoluzione. La formazione e partecipazione attiva delle persone determinano il successo dell’approccio: il risultato è un processo di cambiamento continuo e coordinato in cui tutti i progetti mirano a un target tecnologico conosciuto e comune secondo una roadmap condivisa.
La separazione tradizionale tra IT e business non riesce più a dare risposte adeguate poiché la pervasività delle tecnologie nel core business delle aziende sta, di fatto, rimodellando i processi di cambiamento. In questo quadro adottare l’EA per sostenere l'innovazione, diventa di vitale importanza. Infatti, tra i compiti principali dell’EA vi è anche quello di valutare le nuove tecnologie emergenti e di verificarne l’applicabilità al business aziendale. La valutazione degli impatti della sostituzione o dell’introduzione di una tecnologica diventa una semplice consultazione del repository laddove, in precedenza, era necessario avviare veri e propri progetti di studio preliminare per la raccolta dei dati.
Analogamente anche la progettazione d’insieme delle architetture TO BE e la sua pianificazione sono agevolate. La chiarezza e l’immediatezza delle informazioni stimolano il continuo progresso innovativo e il confine tra business e ICT diventa sempre più labile a beneficio dell’azienda e del suo core business. La necessità di una maggiore conoscenza della strategia aziendale e del business, insieme al veloce svuotamento dei domini applicativi e tecnologici in atto, mette in rilievo la Business Architecture.
Accanto a questa tendenza in cui di fatto l’EA si trasforma in consulenza manageriale, sta emergendo un nuovo approccio multidisciplinare che include campi come la sociologia, la psicologia o gli studi organizzativi. Ad esempio l’utilizzo della Social Network Analysis consente di ottenere dei nuovi punti di vista utilizzabili per valutare i possibili miglioramenti delle architetture. L’analisi delle comunicazioni aziendali da parte di esperti delle risorse umane può rendere trasparenti i processi decisionali ed evidenziare le carenze informative o la necessità di formalizzare nei sistemi le motivazioni delle decisioni prese.